Dopo circa un anno di lavoro abbiamo ottenuto un grandissimo risultato, una transazione che ha fatto risparmiare ad un mio cliente oltre 3.000.000 € ed eliminato una serie di pregiudizievoli e rischi che limitavano la sua forza sul mercato.
Ora in questa tempesta ormonale incontrollata (serotonina e felicità, adrenalina ed eccitazione, dopamina con motivazione e ricompensa ..) il tema non è celebrarsi, ma un po’ anche si, perché ogni tanto un gesto di riconoscimento e di autostima aiutano ad affrontare le difficoltà che quotidianamente incrociano il tuo percorso..
Dicevo che aldilà degli aspetti neuronali e personali, il tema si presta ad una serie di considerazioni prettamente aziendali, disposte in ordine sparso e non di importanza:

Dovrebbe essere il punto più condiviso e chiaro per tutti gli imprenditori.
Eppure se la VISION e il PERCHE’ aziendale restano sostanzialmente invariati nel corso della vita dell’impresa, la definizione di come realizzarlI può variare più volte e non solo a livello strategico ma anche operativo.
Il continuo mutare dei contesti e delle regole del gioco non può non contemplare un costante adattamento o cambio di rotta nelle pratiche aziendali in un perenne conflitto tra coerenza ed efficacia che solo l’imprenditore può gestire e motivare.
Gli obiettivi di conseguenza si devono adattare e mantenere funzionali sia alla gestione dell’ordinario che dei progetti a medio e lungo termine.
Anche su questo tema c’è da fare uno sforzo per uscire dallo shakeramento giornaliero e avere la forza di guardare oltre l’urgenza e le necessità immediate.
La naturale tendenza è dedicare più tempo/energie/risorse a ciò che produce effetto immediato (ricompensa) ma spesso i grandi progetti (e risultati) si ottengono dopo mesi/anni di costante impegno, quotidiano.

L’imprenditore è il regista, ma non può/deve fare tutto da solo.
Deve avere la voglia e la capacità di delegare e la delega, a cascata, deve coinvolgere tutte le persone necessarie con le rispettive competenze strategiche per ogni tema/materia.
In verità a mio avviso l’imprenditore dovrebbe solo avere ruoli strategici e di coordinamento e non troppo operativi, ma mi rendo conto che nelle PMI ciò è raramente praticato e anzi c’è l’equivoco autocompiacimento e vanto del titolare di fare di tutto in azienda.

Se ne parla moltissimo ma spesso come delle virtù se ne parla tanto ma se ne attuano poche.
Delle competenze trasversali, infatti, ci si riempie la bocca ma pochi le valorizzano, divulgano, apprendono, sviluppano con metodo e continuità.
Eppure da esse dipendono successi e risultati eclatanti, spesso irraggiungibili solo con competenze tecniche o specifiche.
Tre quarti dei successi si realizzano con e attraverso soft skills sviluppate che consentano di ottenere le migliori performance personali e relazionali.
In questo specifico caso le attività di comunicazione, relazione, mediazione, negoziazione, facilitazione sono state il fattore critico di successo di un’operazione che si è realizzata solamente perché si sono trovati accordi tra persone e ruoli diversi.

E’ un dato di fatto incontrovertibile: oggi le dinamiche che deve affrontare chi fa impresa sono davvero articolate e variegate.
Sono necessarie competenze multisettoriali e si devono affrontare burocrazie e iter con una miriade di passaggi, regole, contro regole, limiti, vincoli, distinguo, discrezionalità, da far diventare pazzi prima di aver trovato il bandolo della matassa.
Non ci si può più improvvisare, non basta più la sola buona volontà ma sono indispensabili doti personali, equilibrio, capacità organizzative, le famose soft skills, competenze tecniche, rete di collaborazioni e relazioni, disponibilità finanziarie, motivazione, perseveranza, resilienza e pazienza, tanta pazienza.