ASSIOMI: prima di proseguire si tratta di capire se condividiamo gli stessi punti di partenza/arrivo, in caso contrario inutile proseguire nella lettura.
Sono due punti basici:
Necessità di comprendere l’altro, le sue motivazioni, le sue ragioni, i suoi approcci preferenziali, cosa gradisce e cosa lo disturba
Riuscire a creare fiducia, cioè mantenere un rapporto autentico per far abbassare diffidenza e disinteresse e facilitare la ricezione e accettazione di un messaggio
Questa è la sintesi, il resto è coreografia.
Ciò vale in qualsiasi tipo di rapporto/relazione, sia esso familiare, amicale o professionale e approfondendo all’interno di questo mondo, vale sia per i rapporti tra soci, con/tra i dipendenti, clienti e stakeholders.
Questo perché le funzioni base dei nostri cervelli sono le medesime, indipendentemente dal ruolo che stiamo ricomprendo in uno specifico momento.
Siamo umani prima ancora di essere genitori, amici o professionisti.
Ciò implica due ulteriori linee guida che non possono essere trascurate:
LA CONOSCENZA DEGLI ALTRI PARTE DALLA CONOSCENZA DI NOI STESSI
Generalmente la comprensione di fenomeni e persone passa attraverso una personalizzazione per essere in qualche modo “misurata” e paragonata.
Ad esempio la mia percezione di “gentilezza” di un terzo è filtrata dalla mia consapevolezza di quanto io stesso sia “gentile”.
Per dirla in modo ancora più chiaro: poiché su tante valutazioni non esiste un parametro definito da valori precisi (gentilezza 3, 5, 10) si tratta di capire da che punto di quella ipotetica scala io analizzi la situazione e possa comprendere se l’analizzato si trovi prima o dopo quel punto.
Il problema è conoscere in che punto mi stia trovando in quel momento.
Per sapere se uno è più alto o basso di me, devo necessariamente sapere la mia altezza, viceversa andrei a caso, siamo d’accordo?
In sostanza, per definire il colore del mondo, devo capire con che lenti sto guardando e quanto le stesse filtrino la “realtà”.
Ne deriva quindi che ciò che definiamo “realtà” sia spesso una percezione personale, totalmente soggettiva.
LA CONOSCENZA DEGLI ALTRI NON PUÒ ESSERE SUPERFICIALE
Poiché come abbiamo visto nel punto precedente generalmente non si tratta di valutare aspetti o parametri oggettivi e facilmente misurabili, non possiamo limitarci ad una rapida “guardata” ma abbiamo necessità di analizzare accuratamente per comprendere, con minor margine di errore, la natura delle persone con le quali ci interfacciamo.
A quel punto il nostro processo cognitivo acquisirà le informazioni, le confronterà con i nostri parametri, cercherà di mettere d’accordo istinti, sentimenti e ragione, per poi emettere un “verdetto” che ci consenta di comunicare ed interagire nel modo ritenuto più idoneo per massimizzare il risultato e quindi negoziare al meglio.
Ora si apre il tema di quale sia il metodo migliore per conoscere sé stessi ed analizzare gli altri, ma questo è altro tema che affronteremo prossimamente.
- Written by: pianooperativo
- Posted on: Aprile 16, 2021
- Tags: COMUNICAZIONE, NEGOZIAZIONE, STRUCTOGRAM