CRISI DEL COMMERCIO TRADIZIONALE

– BRAINSTORMING –
Per commercio tradizionale intendo tutte le piccole attività cittadine, spesso localizzate nel centro storico (ma non solo).
I recenti dati relativi al saldo negativo delle attività commerciali fanno riflettere.
Tantissime attività cessate e forse altrettante non nate.
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❇️CAUSE❇️
Certamente un insieme di fattori ha contribuito a creare questa situazione, provo ad elencarne alcuni che mi paiono rilevanti, in ordine sparso:
✅ situazione di stagnazione generale
✅ complessità del mercato
✅ burocrazia
✅ cambio delle abitudini di consumo
✅ concorrenza
✅ appiattimento offerta
✅ scarsa attenzione al cliente
✅ errate pianificazioni cittadine
✅ minore potere di spesa dei clienti
✅ affitti non adeguati
✅ alti costi di gestione
In misura diversa, a seconda dei casi, tali concause contribuiscono a rendere la vita molto complicata agli imprenditori.
Quasi sempre si nota la presenza di più concause contemporaneamente e ciò complica, nei vari casi, un’analisi oggettiva delle vere possibili vie d’uscita per chi le subisce.
In generale, spesso, infatti, a giustificazione della crisi aziendale si sente dare la colpa al mercato, all’Amministrazione Comunale, ai centri commerciali o al web, senza “vivisezionare” le concause comprendendo in quale percentuale davvero influiscano.
Ciò crea un’errata o sommaria visione della questione e rende inefficaci molti tentativi di rimettersi in carreggiata.
Inoltre, queste approssimazioni, creano spesso dei falsi alibi agli imprenditori che si sentono in qualche modo “deresponsabilizzati” davanti a macro cause non dipendenti dai loro comportamenti.
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❇️STATO DI FATTO❇️
In una situazione generale di stagnazione-regressione dei consumi verifichiamo almeno un paio di “anomalie”.
La prima è il dirottamento di certi acquisti nei centri commerciali e negli e-commerce.
La seconda l’incremento delle attività gestire da stranieri.
Le definisco “anomalie” perché dimostrano che una certa fetta di “consumo” non è scomparsa ma ha solo cambiato destinazione.
Ciò aiuta nei ragionamenti successivi.
In sintesi quindi lo stato attuale fotografa:
?️ una riduzione generale dei consumi
?️ un diverso stile di acquisto dei consumatori
Diverso stile d’acquisto che allontana i consumatori dalle attività “tradizionali” a vantaggio di centri commerciali, e-commerce, attività “straniere”.
Le attività “straniere” sono di fatto organizzate come attività “tradizionali” ma avendo una novità nella gestione, le tratto come se fossero una variazione negli stili di acquisto.
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❇️MOTIVAZIONI❇️
Secondo quanto sopra detto abbiamo due diverse classi di motivazioni
?️ una riferita alla PERDITA di consumi
Certamente in questo macro gruppo c’è la crisi generale, se non la vogliamo chiamare crisi, la definiremo la nuova era, fatto sta che ci troviamo in un periodo diverso dal passato nel quale si è ridotto il potere d’acquisto delle persone ed in generale si è ridotta la così detta “classe media” che comprendeva, fino a qualche anno fa, la fetta più grande di consumatori, coloro che non vivevano situazioni di difficoltà economiche (poveri) pur non avendo disponibilità illimitate (ricchi).
Per ragioni diverse, poveri e ricchi hanno stili di acquisto diversi e non sono il target tipico delle attività in esame.
Certamente si sono, di conseguenza, modificati gli stili di acquisto, meno compulsivi tipo anni 90, non c’è più il modello di accumulo o “grande acquisto” ma dilazionato secondo necessità.
Non essendo più un mercato “prodottocentrico” si punta più alla personalizzazione che a stock.
È in gran parte anche caduto il mito della “firma” e della necessità di avere per forza griffe nel proprio guardaroba o nelle proprie disponibilità.
?️ una riferita a DIVERSA destinazione dei consumi
Diversa disponibilità economica e di tempo hanno spinto i consumatori a valutare meglio i propri punti di acquisto.
Maggiore attenzione al prezzo che in passato ha stimolato i clienti a cercare alternative.
Minori ostacoli o maggiori benefici nell’intero processo d’acquisto hanno fatto prediligere quelle opzioni in grado di soddisfare le nuove necessità.
Poter fare acquisti diversi con un’unica uscita, facilità di logistica, possibilità di reso, possibilità di pagamento elettronico, associazione di diverse esperienze sia d’acquisto che collaterali hanno dirottato molti verso i centri commerciali.
Possibilità di scegliere tra svariati modelli, poter restituire con facilità, avere prezzi migliori, programmi di fidelizzazione, offerte personalizzate, hanno dirottato altri verso l’e-commerce.
Trovare accoglienza e identificazione con la gestione ha spinto altri (soprattutto stranieri) verso negozi etnici.
? l’insieme delle due piu altre concause ha infine generato la moria di attività.
Certamente la pianificazione cittadina non sempre è stata lungimirante.
Ondivaga politicamente lo è stata anche a livello strategico, senza una pianificazione coerente e continuativa.
Quando era il momento non si è capito quale sarebbe stato il rischio:
– di enormi centri commerciali periferici,
– che la viabilità sarebbe collassata con l’aumentare del traffico,
– che i parcheggi centrali sarebbero stati insufficienti così come i trasporti pubblici,
– di non calmierare gli affitti e non gestire le licenze commerciali bilanciandone la presenza,
– di non dare una vera identità alla città
– di sovraccaricare turisti, utenti e commercianti con multe, burocrazia e regole asfissianti
– di non attuare piani coordinati di promozione e sviluppo
– di non unificare e coordinare varie parti in causa (commercianti compresi), litigiose e poco collaborative
Non dimentichiamo tra le cause di cessazione e fallimento anche una scarsa professionalità, formazione e cultura imprenditoriale dei gestori, spesso ignari di cosa davvero significhi essere imprenditori e al servizio del cliente.
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❇️SOLUZIONI (POSSIBILI)❇️
Posto che è sempre tardi agire quando i buoi sono già fuggiti, credo ci possano essere delle attività utili e concrete da attuare subito e a livello locale.
Inutile pensare di modificare (soprattutto nel breve periodo) le macro condizioni del mercato e sociali.
Sul territorio cosa si potrebbe fare, con la partecipazione (coesa) di tutti?
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? Amministrazione Regionale
– Coordinare le attività di promozione turistica presentando le varie province con le loro peculiarità secondo un turismo esperienziale.
– Semplificare la burocrazia di sua competenza.
– Finanziare progetti concreti di sviluppo sia marketing che formativi.
– Sviluppare progetti integrati per cluster, centri di eccellenza ed eventi a livello nazionale.
– Sviluppare relazioni di concreto scambio con Austria, Slovenia e Croazia.
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?Amministrazione Comunale
– Definire l’identità cittadina, magari anche dichiarata in un claim: Città d’arte, del divertimento, dell’enogastronomia, delle famiglie, dei giovani, delle ciclabili, del business ….
– Perseguire un piano coerente con l’identità.
– Definire un piano operativo, di investimenti e di comunicazione almeno quinquennale.
– Facilitare chiunque voglia aprire attività in città dopo aver vagliato tipologia attività e requisiti degli imprenditori
– Contributi per chi apre in città
– Coordinare gli interlocutori necessari in un unico sportello
– Definire brevi tempi massimi per ogni pratica
– Definire piano logistico (trasporti e parcheggi) coerente
– Calmierare affitti commerciali cittadini
– Coordinare la promozione cittadina con la Regione
– Partecipare a bandi (anche europei) x investimenti e iniziative o coordinare la partecipazione dei privati
– Facilitare l’aggregazione sociale
– Gestione puntuale dei servizi cittadini
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? Associazioni di categoria
– Supportare commercianti con consulenza e formazione specifica
– Gestione contributi specifici per attività
– Facilitare l’aggregazione e il networking tra le imprese
– Diffondere informazioni e modelli di successo
– Prevedere trend e tendenze
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? Imprenditori
– Completare la formazione professionale e trasversale
– Analizzare e sviluppare il proprio modello di business
– Differenziare l’offerta
– Essere clientecentrici e fidelizzare
– Fare rete
– Lavorare sul proprio team
– Essere proattivi
– Eliminare vecchie cattive abitudini
– Adeguarsi ai tempi
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? cittadini
– valorizzare qualità e rapporti personali
– Avere visione di lungo periodo
– Partecipare a vita cittadina
– Manifestare proprie esigenze a commercianti