SOFT SKILLS TEMA DEL MOMENTO

Per chi si occupa di formazione e anche di consulenza le competenze trasversali sono uno degli argomenti prevalenti di questi ultimi anni.
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Si è passati da un’attenzione esclusiva sulle competenze tecniche al percepire che in un mondo iper connesso e competitivo non basta avere conoscenze specifiche su qualche argomento ma è auspicabile e anzi molto richiesto dimostrare capacità di relazionarsi, di organizzarsi, di coinvolgere, di generare fiducia ecc …
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Le competenze trasversali sono così definite perché si riferiscono ad abilità personali utili in tutti i contesti e non “verticali” come le conoscenze specifiche di una materia o di un tema.
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Compresa quindi l’importanza fondamentale di tale dotazione, anche il Consiglio Europeo ne sta promuovendo lo sviluppo e la conoscenza al fine di avere nuove generazioni di studenti, lavoratori, imprenditori e uomini con maggiori possibilità di successo nella vita personale e professionale.
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Sono nate scuole, accademie, corsi e percorsi per insegnare ciò che non si può insegnare, se non in minima parte.
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Prova infatti ad spiegare il problem solving, la gestione della conflittualità o anche la leadership a qualcuno che non abbia piena consapevolezza di sé e degli altri.
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Sarebbe come insegnare il galateo ad un cavernicolo.
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Ci sono attività e competenze che dipendono in grandissima parte dal nostro corredo biologico e non possono essere efficacemente applicate prescindendo da esso.
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Mi spiego meglio.
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Se non conosco e riconosco la mia predisposizione naturale alle relazioni, agli approcci e interazioni, come faccio ad adattarla agli altri❓
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Se non so quale sia la mia lingua come faccio a comunicare con uno straniero del quale non conosco l’idioma❓
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Potrei provare, andare a tentativi, sperare di azzeccare le parole giuste, senza incomprensioni o peggio fraintendimenti.
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Certamente però sarebbe difficile insegnare e apprendere un metodo in queste condizioni.
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Devi sapere che ognuno di noi ha delle predisposizioni biologiche che caratterizzano i nostri comportamenti, più ancora che l’educazione o il contesto e condizionano anche il nostro modo di pensare e di stimolarci ad agire.
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La nostra biostruttura, che rimane sostanzialmente immutata per tutta la nostra vita, è tanto determinante quanto sconosciuta per la maggior parte di noi.
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Sembra un paradosso vero❓
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Cerchiamo di migliorare le nostre performance, cerchiamo di insegnare agli altri come agire e poi non conosciamo nemmeno come siamo fatti noi stessi, figuriamoci gli altri.
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Eppure siamo tutti d’accordo nel mettere il CLIENTE AL CENTRO, tutti parliamo di creare EMPATIA, tutti crediamo nel LAVORO DI SQUADRA, ma poi ci affidiamo a metodi che non tengono conto delle specificità di ognuno, delle diverse modalità di percezione, apprendimento e azione.
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E quindi come possiamo essere realmente efficaci parlando in turco ad un inglese o in greco ad un indonesiano❓
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Hai figli❓
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Hai un partner❓
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Hai un socio❓
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Come fai ad interagire con lui/lei se non sai con che lenti guarda il mondo, se non sai con che lenti guardi tu lo stesso mondo❓
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Come fa una mamma a motivare due figli se non sa cosa ognuno di loro biologicamente necessita❓
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Mia madre (in perfetta buona fede) ha cercato di far frequentare il liceo classico a me e a mio fratello.
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Evidentemente con risultati diversi, semplicemente perché noi eravamo e siamo diversi.
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E sul “diversi” si apre il mondo, perché è relativamente facile percepire la diversità ma non altrettanto identificarla, qualificarla, darle un nome, una misura, un senso compiuto.
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La mia richiesta biologica, le mie necessità sono totalmente diverse da quelle di mio fratello e pensa un po’, succede anche ai gemelli!
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Cosa davvero richiede ogni essere umano❓
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Di cosa ha davvero bisogno❓
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Per che cosa è disposto a lavorare in gruppo, motivarsi, dare fiducia a un leader❓
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Per che cosa ognuno di noi è geneticamente portato, cosa si avvicina maggiormente al suo ideale di vita, cosa davvero lo stimola al punto di fare dei veri sforzi per ottenerlo❓
70 anni di studi di comportamentisti, etologi, antropologi, neuroscienziati e altri professionisti hanno dimostrato che dalla nostra struttura cerebrale dipende il nostro temperamento che influisce in modo determinante (insieme al carattere) sulla nostra personalità, sul nostro modo di essere.
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Ora per applicare le Soft Skills in modo efficace è quindi necessario capire la biostruttura delle persone, viceversa sarà un lavoro superficiale e non funzionale ai risultati che si vogliono ottenere.
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Parlare di comunicazione, team working, leadership, problem solving, time management, senza aver capito quali siano i driver biologici delle persone coinvolte è come dare un libretto di istruzioni nel quale mancano le pagine chiave e resta solo la copertina e l’indice degli argomenti.